Di seguito un commento di un giovane critico musicale di allora, che conosceva gli autori e ne seguì da vicino i primi passi, lo sviluppo, e la crescita con le esibizioni in pubblico di allora. Le note ai brani ed i commenti, risalgono ai primi anni 70:
" Brevi note esplicative su due strani personaggi" - di J.T.
Come giudicare due fratelli? Due persone con cui ho condiviso a volte gioie, preoccupazioni, illusioni e delusioni? Come poter scrivere una critica a dei sentimenti? I sentimenti non si possono tacciare di essere buoni o cattivi: sono sentimenti e basta!...
Conosco Ugo e Max quasi "da sempre", conosco i loro pensieri, le loro idee, le storie delle loro vite così come loro conoscono la mia.
Noi siamo persone empatiche. Cioè riusciamo a capirci perchè siamo forse legati da quella similitudine spirituale che è qualcosa più dell'amicizia o della reciproca stima personale. Posso solo chiamarla: empatia.
Se in alcuni dei brani compare più di un nome è perchè l'idea di base è di uno dei due ma la collaborazione ha poi permesso di modificare e sviluppare magistralmente i testi, esprimendo (senza forzare per trovare magari una rima o un versetto "prefabbricati") ciò che magari uno di essi provava e non riusciva a esprimere. Questo è l'artista!
La persona comune sente uno struggimento dentro di sè ma spesso non riesce ad esprimerlo; l'artista lo esprime, sotto forma di parole, suoni o immagini. Non vorrei essere profeta di sventura, ma spero che questo album non venga mai pubblicato. Ugo e Max si prostituirebbero al consumo, e la loro genuinità si perderebbe. Sarebbero costretti a seguire la Dea Notorietà, per essere forse compresi in quella enorme e mostruosa macchina che è il consumismo